Il parlamento iracheno espelle le truppe USA

Il martirio di Soleimani produce una significativa, grandissima, conseguenza politica: il Parlamento iracheno ha votato a maggioranza per l’espulsione di tutte le truppe straniere dal Paese e ha dato mandato al suo governo di metterla in atto. La decisione pone termine alla missione partita nel 2014 su richiesta del governo di Baghdad per contrastare l’ISIS. Un auspicio, in tal senso, era già giunto da Teheran e anche dal Libano. Il massimo dirigente del movimento sciita libanese Hezbollah, Seyed Hassan Nasrallah, intervenuto poche ore prima in tv, aveva invitato l’Iraq a liberarsi “dall’occupazione americana” e auspicato “che i nostri fratelli al parlamento iracheno adottino una legge per la fuoriuscita degli Stati Uniti dall’Iraq”.

Si tratta del primo effetto politico dell’assassinio –ordinato dalla Casa Bianca– del generale iraniano Qassem Soleimani e del comandante delle milizie sciite Kataeb Hezbollah, Abu Mahdi al Mohandes. Adil Abdul Mahdi, primo ministro dimissionario del governo di transizione, aveva perorato questa decisione ed invitato i parlamentari a che i contingenti stranieri lasciassero il prima possibile il Paese «nonostante le difficoltà interne ed esterne che potremmo affrontare». L’iter giuridico di espulsione è quindi avviato.

Politicamente la permanenza dei militari statunitensi e quella degli altri contingenti stranieri (oltre 900 gli italiani) è già da considerarsi un’occupazione. Anche il governo Conte è invitato a prenderne atto. Le autorità di Baghdad hanno inoltre dichiarato di aver inoltrato una denuncia al Consiglio di Sicurezza ONU contro gli attacchi USA sul proprio territorio. Nei giorni precedenti l’assassinio, infatti, l’aviazione USA aveva effettuato bombardamenti su acquartieramenti delle milizie sciite di Kataeb Hezbollah, inquadrate nell’esercito nazionale iracheno, provocando dei massacri e scatenando la reazione manifestatasi sia militarmente (razzi sulle basi USA a –e vicino– Baghdad), sia con l’assalto all’ambasciata USA nella super sorvegliata Zona Verde, nel cuore della capitale irachena.

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