Verso le elezioni: alter-europeismo immaginifico ed euroriformismo reale

Sul combinato disposto UE-euro, a sentir dichiarazioni e a leggere i programmi dei partiti che si presentano alle elezioni, pressoché tutti, a vario livello, sono eurocritici. Si punta a raccogliere, in termini di voti, il malessere crescente tra la popolazione a fronte degli effetti devastanti e progressivi, da molti anni a questa parte ormai, delle politiche unioniste.

Tralasciando qui la questione –per noi fondamentale– degli assetti di società che si perseguono (per non passare da una gabbia eurounionista a qualcosa di analogo in salsa italofona) impazzano le eurocritiche ‘furbette’ e ambigue. Queste, infatti, si accompagnano sempre –e immediatamente– a formule mantriche, salmodianti: per taluni “rinegoziare i Trattati” (come nel 2015 la Grecia, che oggi sprofonda nel silenzio massmediatico?) per altri “riscrivere i Trattati per un’Altra Europa”, come se i Trattati non fossero lo sviluppo attuativo della filiera neoliberista inter-governativa CEE-UE e fosse possibile stravolgerne l’impianto (modificabile solo all’unanimità) per altri ancora infine, più onirici degli altri, “costruire un’altra Europa”.

Intanto, all’interno delle istituzioni della UE, prosegue il reale processo riformistico di matrice neoliberista, in corso di definizione sulla base dei rapporti a firma Bresso-Brok (“miglioramento” del funzionamento della UE poggiando sul trattato di Lisbona), Guy Verhofstadt (evoluzione delle attuali istituzioni oltre i Trattati esistenti) e Böge-Beres (creazione di una capacità di bilancio autonoma per l’eurozona). L’intendimento è quello di passare dall’Europa confederale a quella federale. L’esito rischia di far impallidire l’opera devastante di questa UE..

Si veda anche:

I critici della UE, nostalgici della CEE

Alle origini dell’Unione Europea: Spinelli, federalismo e atlantismo

Integrazione europea: verso il 25 marzo

Angela Merkel sull’Europa a più velocità: la rimodulazione della filiera della dipendenza

Rapporto Verhofstadt e mutamenti di fase dell’unionismo: l’abbellimento della cella

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