All’interno di tale piattaforma intendiamo portare il nostro contributo coniugando la critica al regionalismo differenziato con quella all’integrazione europea, atteso che la prima costituisce la declinazione sul piano istituzionale interno di tale processo.
La decostruzione dello Stato nazionale come spazio dei diritti non è un fatto casuale, accidentale men che meno ‘naturale’, è il frutto di una ben precisa linea d’indirizzo che, in ossequio ai dettami del liberismo mercatista, mira a eliminare le strutture collettive di espressione democratica preposte alla garanzia dei diritti sociali. Non è un caso che nella riforma del titolo V della Costituzione del 2001 si sia partiti dalla regionalizzazione della sanità e che oggi la partita prenda le mosse dalla scuola: si tratta di ambiti nevralgici sul piano economico ma soprattutto politico nella prospettiva di costruire una società di clienti e non di cittadini e di frazionare l’accesso ai servizi essenziali su basi censitarie.
Sergio Mattarella a Belluno: regionalismo differenziato
Senza critica all’Unione Europea, nessuna critica al regionalismo differenziato ha senso
Paolo Maddalena in opposizione al regionalismo differenziato
Regionalismo differenziato, questione settentrionale e puntini sulle “i”
Dopo il referendum in Veneto e Lombardia: quali prospettive
Al referendum sull’autonomia in Lombardia e Veneto vota “NO”
Indipendenza per il NO al referendum sull’autonomia del 22 ottobre in Veneto e Lombardia
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