Roma/Centrale del latte: un’opportunità di intervento politico

È notizia recente la possibilità del pieno ritorno del pacchetto azionario di maggioranza della Centrale del Latte di Roma in capo al Comune, stante l’esito di una pluridecennale controversia giudiziaria dipanatasi tra la giustizia amministrativa e quella civile ordinaria che prese le mosse dalla violazione del divieto di cessione infraquinquennale prevista dall’originario bando di privatizzazione del 1996 (giunta Rutelli).

Una notizia di molto significativo rilievo politico perché impone l’apertura di un dibattito pubblico sulla politica industriale nella quale dovrà essere imprescindibile il ruolo del Comune. 

Non dubitiamo che, data la matrice politica delle forze politiche rappresentate nelle istituzioni capitoline, si inizierà ben presto a parlare di nuova privatizzazione con annesse battute sul ‘latte del sindaco’ e d’altra parte il livello del dibattito pubblico si sostanzia sull’idea di ‘andare a mungere le mucche’ (sic!) come si apprende peraltro da questo servizio di Report (h 1, 35 min. ).

Come Indipendenza riteniamo, come già svolto per Atac e per Farmacap, che sia indispensabile declinare una proposta di politica industriale che si ponga in fattivo contrasto con le linee d’indirizzo comunitarie, in particolare con riferimento alla politica delle quote che, di fatto, ha raso al suolo il comparto zootecnico italiano. 

Intendiamo lavorare affinché la ‘nuova’ centrale resti pubblica e operi attivamente per la promozione della filiera corta, promuovendo l’assorbimento e la lavorazione/trasformazione delle fattorie/aziende agricole della cinta laziale, puntando in maniera sistemica su alcuni assi d’indirizzo:

  • il rispetto per le condizioni di lavoro (sicurezza, tutela previdenziale e sindacale etc…) lungo tutta la filiera produttiva, subordinando la fornitura all’applicazione rigorosa dei contratti collettivi di lavoro; 
  • il benessere animale, garantendo le condizioni migliori possibili evitando ogni sofferenza inutile per i bovini ancor oggi drammaticamente diffuse e documentate sia da inchieste indipendenti che da parte delle autorità pubbliche;
  • la riduzione degli scarti e dei residui di lavorazione, in particolare sondando la possibilità di avviare la produzione di biogas dagli scarti zootecnici.

Riteniamo la Centrale del Latte un tassello nel quadro delle attività di supporto alla produzione anche alimentare di prossimità, creando opportunità di lavoro equamente retribuito e sostenibile nel quadro di filiere pulite, temi vieppiù urgenti alla luce delle incertezze delle catene di fornitura internazionali. Accanto alla proprietà pubblica, riteniamo fondamentale la presenza di meccanismi di controllo e partecipazione dei lavoratori alla vita imprenditoriale nonché al coinvolgimento dei fornitori in un’ottica solidaristica per l’assorbimento e la trasformazione delle eccedenze, sviluppando inoltre la fornitura di prodotti in economia per mense scolastiche e strutture socio assistenziali a gestione pubblica e potenziando le forniture fuori dai circuiti commerciali per gli strati meno abbienti della popolazione. Abbiamo sempre ritenuto qualificante il tema delle partecipate per ogni proposta politica e siamo pronti, già nel contesto romano, ad interagire con quelle soggettività che intendano muoversi sulle linee d’indirizzo qui richiamate.  

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