Petrolio russo, sanzioni e sudditanza tricolore

Le forniture di petrolio russo all’Europa sono scese già ad aprile a solo 1 milione di barili al giorno.

Ma il greggio siberiano, che nel frattempo è aumentato notevolmente di prezzo, in Cina arriva in quantità di quasi 2 milioni di barili di petrolio al giorno, circa 300mila in più rispetto alla media del 2021 secondo ricerche citate da Reuters.

Le importazioni di gas russo in India, che in media erano di 33mila barili al giorno nel 2021, si sono impennate fino ai 700mila barili al giorno di aprile e sembrano destinate a salire ancora.

Questi due giganti stanno mangiandosi tutto lo scarto europeo: la prova è l’aumento dei prezzi di gas, petrolio e derivati.

L’aereogramma dell’immagine si sta dunque modificando e per gennaio 2023 l’europa ridurrà ancora l’import di petrolio russo del 90%. Si comincia da quello che arriva via mare mentre quello che giunge via oleodotto resta per ora inalterato con somma soddisfazione di Ungheria e Repubblica Ceca ma anche Germania e Polonia ne beneficiano fortemente tanto che il loro è un “impegno a ridurne i consumi”.

Numeri alla mano la Russia dal suo oro energetico sta guadagnando più adesso che prima ma chi ci rimette di più in UE? Magari l’Italia?

La raffineria Isab di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa è un impianto che rappresenta la più moderna raffineria d’Italia, negli ultimi tempi lavora al 100% con petrolio russo. Isab con la decisione di ieri sera rischia di spegnere gli impianti: la sorte dei suoi mille dipendenti e dei diecimila lavoratori collegati all’indotto in una terra povera di lavoro come la Sicilia preoccupa le istituzioni locali ma evidentemente non quelle nazionali.

Inoltre rilevante è il ruolo del porto di Trieste. Parte da Trieste infatti la Transalpine Pipeline (Tal), oleodotto da 753 chilometri che riceve il carico delle petroliere nel Mediterraneo e accompagna il greggio fino alle raffinerie della Baviera e del Baden-Württemberg.

L’Italia dovrà a brevissimo sostituire la fornitura di 450 mila barili di petrolio russo al giorno, non da qui a gennaio come per tanti nostri partner/competitor europei!

Il tutto per far guadagnare mezzo mondo come se stesse lavorando un giorno in più mentre lavora un giorno di meno.

Luca Deperi

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