40 anni dopo (1981) la morte di Bobby Sands e degli altri martiri irlandesi (7 dell’IRA e 3 dell’INLA) che intrapresero uno sciopero della fame ad oltranza per rivendicare il proprio status di prigionieri politici nel quadro della lotta per la riunificazione, l’indipendenza nazionale e il socialismo in Irlanda, il Sinn Fein è il primo partito nel parlamento locale dell’Irlanda del Nord con circa il 30% dei voti.
L’Ansa, riportando la notizia, oltre a ricordare che “lo Sinn Fein continua a sventolare la bandiera nazionalista della riunificazione con la Repubblica d’Irlanda” (dove nel 2020, con il 24,5%, è divenuto il primo partito) ha rilevato che “sul piano economico-sociale è su posizioni di sinistra piuttosto radicali”.
Una sintesi significativa che, ben declinata anche qui da noi in Italia, non stonerebbe.
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