Un’ulteriore picconata al sistema scolastico nazionale italiano, con un decreto varato alla chetichella il 3 dicembre 2021 dal governo Draghi a firma del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.
Alcuni stralci:”Stiamo assistendo a una distruzione metodica del nostro ordinamento scolastico, togliamo un pezzetto per volta (…)”.
“Ma questi scienziati non lo sanno che la curva dell’attenzione degli studenti dopo 45 minuti inizia a scendere? Come si fa a tenere per sei ore e oltre i ragazzi incollati in aula? Docenti e alunni sono diventati all’improvviso dei geni? Ma lo studente in questo modo si convincerà negli anni che si può fare tutto in minor tempo e tenderà a diventare superficiale anche sul lavoro. Sono cortine fumogene.
Le materie sono le stesse ma, se tu me le riduci in pillole, poi tu hai uno che crede di sapere ma non sa. Vuol dire che si affiderà a Internet e saprà ancora meno. Viene meno il concetto fondamentale di capacità critica. Se non ho una base solida di conoscenza critica non posso criticare ciò che non conosco. Le astrazioni si perdono. Se non hai l’abitudine di compulsare un testo, se la perdi, se viene meno quel sistema di severità, nel senso buono di preparazione, come cittadino ti faranno bere tutti gli intrugli che vogliono. La scuola serve a formare un cittadino consapevole, ma se gli togli gli strumenti per indagare la realtà lo si manovra come si vuole. Chiunque, non solo i politici. Qui i guai iniziano dalla scuola primaria”.”(…) a furia di dire che la grammatica non serve, i ragazzi non sanno più scrivere. La nostra scuola elementare era un modello. Io sono stato all’estero per visite e viaggi di studio. Peraltro, il fatto che avessero scuole dove si insegnasse il latino era una cosa super, ma noi abbiamo poi eliminato le ore del latino”.
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