Nel video, alcune perle dell’ineffabile Mario Monti, degno sodale (stessa ‘scuola’) di Mario Draghi. La differenza è che il primo, sovente, ha un parlare diretto, senza giri di parole, andando dritto al punto. Il secondo è mellifluo, lezioso, manierato.
Nessuna differenza, però, nella sostanza dei fatti e degli obiettivi (stante la comune adesione ideologica ordo/neoliberista, europeista, atlantica). Si può sottolineare che l’azione pur devastante del governo Monti (2011) impallidisce rispetto all’agire dell’attuale governo Draghi (2021).
La sua azione infatti, essendo peggiorata la condizione di subalternità dell’Italia e con la grandiosa ‘copertura’ del Covid funzionalizzata per la sua valenza distraente dalle riforme ‘made in UE’ incorporate nel PNRR (fondi in larga parte a prestito e condizionati, nella loro ‘elargizione’ scadenzata, al varo delle riforme richieste), è di gran lunga più devastante sulla tenuta dell’unità della Repubblica (regionalismo differenziato), della Costituzione (picconata da tempo sul piano formale e materiale) e degli interessi nazionali, in un acuirsi delle disuguaglianze (e quindi dei diritti) sociali.
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