Patria e Nazione/dal Nicaragua

Ennesima dimostrazione politica della fondamentale importanza dei concetti di patria e nazione: lo spunto lo offre il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) che ha vinto le elezioni in Nicaragua, nel cortile di casa degli USA. Ultimamente è una cosa che accade molto spesso.

Non per niente in America latina e Asia le sinistre stanno dalla parte del popolo e rivendicano l’importanza di un contenitore (lo Stato-Nazione) per realizzare politiche sociali apertamente patriottiche, cioè volte all’interesse della comunità nazionale. Come è noto in Europa è diverso e le sinistre, mentre si arcobalenizzano rinunciando alla loro identità, si comportano come i peggiori neoliberisti senza patria né valori, con risultati nefasti per la stragrande maggioranza dei suoi abitanti.

Nel secolo scorso i documenti desecretati dal governo americano concernenti le attività della CIA hanno dimostrato come in tutto il sud America gli USA operassero per garantire amministrazioni filo-statunitensi.

La CIA finanziava alcuni giornali, radio e partiti ed in alcuni entrava direttamente tramite soggetti di fiducia, spingeva a suon di mazzette le carriere di taluni militari e se necessario ingaggiava la malavita locale per operazioni terroristiche; cose del resto avvenute pari-pari in Italia e in Europa. Inoltre le amministrazioni americane facevano contestualmente pressioni sul FMI affinché elargisse crediti a governi amici e imponesse austerità a quelli nemici (anche questo si è visto alle nostre latitudini, vittima manco a dirlo, Moro).

Ultimo asso nella manica degli USA per mettere pressioni interne era operare sul mercato finanziario: due vittime eccellenti furono Cile e Argentina. I primi vennero colpiti abbassando il valore delle esportazioni dei minerali estratti nelle miniere nazionalizzate da Allende, giochetto non troppo difficile visto che tutti, rame compreso, venivano e vengono quotati in Dollari ed il prezzo era, ed è, determinato a Wall Street. I secondi affondati sul debito pubblico contratto in Dollari (e non in Pesos moneta più controllabile dalle locali autorità); anche questa storia non credo vi suoni totalmente astratta…In ultima istanza c’era il colpo di Stato con annesso bagno di sangue e, se chiaramente il pensiero corre nel continente sud americano, vi invito a non dimenticare le dittature di Salazar in Portogallo e dei colonnelli in Grecia oltre al sostegno a quella di Franco in essere in Spagna già in precedenza. Poi, volendo, si potrebbe ragionare su quanto accaduto in via Fani il 16/03/1978, nei 55 giorni seguenti e in quelli ulteriormente successivi…

In conclusione: se per voi quella di Bolsonaro (ma traslata alle nostre latitudini potrei dire di Draghi) è l’alternativa democratica da sostenere di fronte alle dittature socialiste del ventunesimo secolo, secondo me vi manca totalmente lo studio della storia ed un sano realismo pratico circa ciò che sono i fondamentali diritti dell’Uomo (scuola, sanità, lavoro, giustizia e sicurezza); inoltre, se desiderate “un mondo migliore” e pensate di realizzarlo al di fuori di uno Stato-Nazione patriottico, confondete il gioco Ravensburger “Viaggio in Europa” con Politica intesa come teoria e prassi che ha per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e la direzione della vita pubblica.

Luca Deperi (Indipendenza – Savona)

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