Il 31 ottobre 2021 a Roma, presso la sala Fredda della Cgil, si è tenuta l’Assemblea Nazionale dei Comitati per il ritiro di ogni Autonomia Differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti.
I lavori sono stati aperti dalle relazioni introduttive di Marina Boscaino -portavoce dei Comitati- e di Massimo Villone, Andrea del Monaco e Paolo Berdini.
Sono intervenuti, tra gli altri, i senatori De Falco, De Bonis e Granato; il deputato Silvestri; Anna Falcone; Jasmine Cristallo. Nonché rappresentanti di: ANAO – ANPI – Carte in regola – Casa internazionale delle donne – Coordinamento Democrazia Costituzionale – Cittadinanza e minoranze – COBAS – Democrazia e Lavoro Cgil – Flc Cgil – Forum italiano dei movimenti per l’acqua – Forum salute – Giuristi democratici – Indipendenza – Lavoro e Salute – Left – Libertà e giustizia – Nostra – PCI – Recovery sud – Rete dei numeri pari – Rete delle città in comune – Riconquistiamo tutto Cgil – SGB – Sinistra italiana – Uds – Uil scuola – USB – Volere la luna.
Al termine dei lavori, seguiti in presenza da circa 70 persone ed online
da oltre 800, è stato approvato un documento nel quale si denuncia e condanna l’aver inserito ancora una volta nella NADEF, come lo scorso anno, un DDL per l’attuazione dell’Autonomia Differenziata, sottraendola così a qualunque dibattito reale nel Paese e allapossibilità di sottoporla poi eventualmente a referendum.
Un DDL di cui non si sa nulla: nulla esiste di scritto, di pubblico, di conosciuto e discutibile. In una situazione del Paese che ha visto e vede i disastri della prima regionalizzazione nella sanità, ai quali si è sommata l’incapacità delle Regioni ad assicurare sicurezza nellescuole e nei trasporti; in una situazione che vede aumentare ogni giorno di più le diseguaglianze tra i territori e all’interno dei territori stessi, dal Nord al Sud del Paese, è inaccettabile che un governo pensi di fare anche solo un minimo passo avanti sulla strada dell’AD, nel silenzio generale. Lungi dall’affrontare i problemi del Paese, qualunque atto concreto verso l’AD aumenterebbe certamente la forbice già ampia delle diseguaglianze e avvicinerebbe la Repubblica al pericolo del suo smembramento e della sua “balcanizzazione”.
Su questa base l’assemblea ha deciso di:
● sostenere la raccolta firme sulle due petizioni presentate in Emilia-Romagna e in Lombardia per il ritiro dellerispettive richieste di intesa con lo Stato per l’attuazione dell’AD;
● costituire un Tavolo di coordinamento tra i soggetti presenti per organizzare la mobilitazione ed impedire che il DDL venga inserito nella Legge di Bilancio. A questo scopo il Tavolo redigerà lettere aperte a soggetti istituzionali affinché si oppongano a collegare l’AD alla Legge di Bilancio e una petizione sul tema della trasparenza delle procedure e sulla democrazia e organizzerà, in occasione della discussione della Legge di Bilancio, un grande presidio nazionale, a Roma, davanti al Parlamento.
Tutto ciò come primo passo per chiedere che l’Autonomia differenziata venga abbandonata e si apra finalmente nel Paese un vero dibattito pubblico che, oltre ad informare i cittadini su ciò che si sta preparando e permettere di mettere in campo tutte le iniziative necessarie (sia di mobilitazione che istituzionali), ne rilevi i bisogni e le necessità; non si può procedere a trasformazioni così profonde della Repubblica senza un approfondito coinvolgimento di tutti i cittadini e tutte le cittadine, seguendo il vecchio broccardo che ‘ciò che riguarda tutti da tutti deve essere deciso’.
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