Gli intendimenti delle classi dominanti di utilizzare la pandemia come alibi per un’inedita stretta sulle libertà collettive e del lavoro, per riorientare le scelte di consumo a favore di un sistema oligopolistico (grande distribuzione, commercio elettronico), per asfissiare i circuiti culturali indipendenti (cinema e teatri d’essai, eventi autorganizzati, occasioni di autofinanziamento) a favore delle grandi piattaforme dell’intrattenimento, per disarticolare ulteriormente il sistema dell’istruzione pubblica e, da ultimo, per risolvere con la ‘tecnica’ (vaccini) la crisi sanitaria senza investimenti sulle cure di prossimità e sulla tutela a tutto tondo della salute dovrebbero costituire una potente spinta per articolare un’alternativa.
Rifiutiamo l’idea di passare dalla padella (il mondo prepandemia) alla brace che ci viene oggi prospettata.
Intendiamo quindi lavorare politicamente a ogni livello per imprimere una virata al modello di sviluppo e al rapporto con l’ambiente, snodi di intervento ineludibili.
Non possiamo quindi che salutare con favore iniziative come il manifesto LAV (Lega Anti Vivisezione) #Noncomeprima che di seguito rilanciamo, non senza rilevare, però, che la rottura con le istituzioni promotrici della globalizzazione (UE, in primis) sia un passaggio ineludibile per costruire ‘altro’ rispetto a quello che finora ci è stato imposto.
La liberalizzazione dei movimenti di merci e capitali, la corsa al ribasso nelle condizioni del lavoro, la demolizione di politiche doganali effettive, l’austerità contabile e il disinvestimento sulle grandi infrastrutture per il benessere collettivo (sistema sanitario, scuola, alloggi popolari ma anche reti energetiche efficienti, acquedotti che non disperdono l’acqua, reti fognarie e di depurazione, centri di riciclo per i rifiuti, trasporti pubblici…) derivano da ben precise regìe e centri decisionali, declinati a cascata da un ceto politico di opachi passacarte.
Questi punti si pongono, nella sostanza, in continuità con quanto abbiamo articolato con l’aiuto di Ernesto Burgio in questi mesi e con la nostra presa di distanze tanto da posizioni di individualismo neoliberista dei piccoli Bolsonaro di casa nostra quanto dal feticismo securitario che, nei fatti, tira la volata agli interessi delle multinazionali del farmaco e dei grandi operatori transnazionali avvantaggiati dalla torsione antipopolare in atto.
Non come prima: sovranità, indipendenza, liberazione!
Numero 50 di Indipendenza con due articoli di Ernesto Burgio
Tesi di “Indipendenza” sulla sanità
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De Rossi e il Covid: spunti per alcune riflessioni
Ernesto Burgio su WSJInternational
Covid 19 e ‘lockdown’: esempio Cuba e un interrogativo
Contro il coronavirus, da L’Avana, Mosca, Pechino
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Coronavirus: Ernesto Burgio a RadioOndaRossa
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