(…) Molti testimoni sentirono due distinti scoppi. Secondo la mia ricostruzione la seconda bomba è quella che “volatilizza” [a 4-5 metri dalla bomba ufficiale] l’insegnante sarda Maria Fresu, uno dei grandi enigmi della strage, l’86.ma vittima. Proprio dove era la Fresu c’era, secondo l’allora Prefetto di Bologna Ferrante, un possibile secondo cratere. Già il 4 agosto 1980 il presidente del Consiglio Cossiga disse in Senato che potevano esserci due bombe e più attentatori”.
L’ipotesi delle due bombe “che tutti incastra” accomuna, nelle tue inchieste giornalistiche, la strage di Bologna a quella in Piazza Fontana …Il “doppio” è presente nella nostra storia fin dalla prima strage, quella di Portella della Ginestra del maggio 1947. Lo ritroviamo a Ustica, a Bologna. E anche a Capaci e, capiremo presto, anche in via D’Amelio. Si tratta di schemi di intelligence, un modulo operativo che indica che qualcuno vuole intervenire senza essere ufficialmente presente”. Paolo Cucchiarelli
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Da decenni, ad ogni ricorrenza, per Bologna, come per diverse altre stragi, puntuali come orologi svizzeri -e nel tempo pressoché in fotocopia- giungono gli interventi di rappresentanti delle Istituzioni.
Scegliamo quest’anno: “Voglio testimoniare la vicinanza del governo e tutto il mio sostegno nel lavoro necessario per l’accertamento della verità” (Marta Cartabia, ministra di Grazia e Giustizia).
“Non tutte le ombre sono state dissipate e forte è, ancora, l’impegno di ricerca di una completa verità” (Sergio Mattarella, presidente della Repubblica).
Ma togliere “omissis” e segreti di Stato no? Oltre Atlantico continuano a non volerlo?
Nel frattempo consigliamo la lettura di “Ustica e Bologna, attacco all’Italia” di Paolo Cucchiarelli
A seguire Paolo Cucchiarelli ha socializzato il commento postato sul profilo di Francesco Cartolini da Claudio Casadei fratello di una delle giovani vittime, Flavia di 18 anni, della strage del 2 agosto 1980 e che di seguito riportiamo:
“Mi viene da pensare che, non è del tutto campata in aria la presenza di una seconda bomba; mi sono sempre chiesto come avrebbe fatto a cadere il massiccio e robusto muro portante e perimetrale della sala di attesa di PRIMA CLASSE che la divideva dalla sottostante scalinata che conduceva al sottopassaggio per accedere ai restanti 13 binari della stazione di BOLOGNA CENTRALE. Le due sale di attesa, quella di SECONDA CLASSE (lato tavola calda) e quella di PRIMA CLASSE, (lato biglietterie), all’epoca erano proprio divise dalla scalinata che conduceva al sottopassaggio. Nella parte lato Piazzale Medaglie d’Oro, le sale d’attesa, separate dalla scalinata del sottopassaggio, erano comunicanti, tramite un corridoio interno, a cui vi si accedeva, entrando nel grande atrio della stazione, a sinistra, proprio vicino alla Piazza ed a lato ed a sinistra degli Uffici Informazioni che erano lì ubicati (le biglietterie, sono sempre state dalla parte opposta, a destra del grande atrio). Come poteva, solo è soltanto una bomba, distruggere il muro portante della sala d’attesa di PRIMA CLASSE, lato sottopassaggio, ed il cui soffitto crollò parzialmente, per poco più della metà, con annesse capriate, solo e soltanto da quella parte, proprio, ripeto, verso il sottopassaggio ?”
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Piazza Fontana, 12 dicembre 1969
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