Revoluzione Civica e Indipendenza sono al fianco dei lavoratori del gruppo Alitalia in lotta contro la deliberata iniziativa dell’Unione Europea finalizzata a spazzare definitivamente via ogni potenziale concorrente italiano nel mercato del trasporto aereo dietro la foglia di fico per cui gli aiuti ‘straordinari’ conseguenti all’emergenza Covid-19 siano destinabili solo alle compagnie che prima della pandemia si trovassero in condizioni di equilibrio finanziario: una vera e propria conventio ad excludendum nei confronti di Alitalia.
La perdita del marchio per almeno due anni è solo lo scalpo simbolico di questo processo: dimensioni lillipuziane, nessuna ipotesi di integrazione con le ferrovie nel quadro di una politica industriale pubblica, spezzatino dei comparti (manutenzione, servizi a terra, volo), mannaia sulla forza lavoro a ogni livello.
Richieste che, più che una trattativa, esigono una capitolazione dimenticando fra l’altro i costi che le procedure di liquidazione hanno per la collettività: creditori non saldati, iniziative giudiziarie (revocatorie, azioni di responsabilità etc…), svalutazione degli attivi conseguenti alle vendite giudiziarie. Basti in questo senso pensare che è ancor oggi aperta la procedura di amministrazione straordinaria della ‘vecchia’ Alitalia pubblica iniziata nel 2008!
Roma e il suo tessuto economico rischiano di essere pesantemente investite da questa decisione che è direttamente riconducibile alle istituzioni comunitarie alle quali il governo italiano non manca mai di genuflettersi: se è vero che tutto il comparto aereo è azzerato, qui si stanno ponendo le basi per la definitiva uscita di qualsiasi operatore italiano anche nell’ipotesi di una sua anche parziale ripresa pur su basi diverse.
Nella più benevola delle ipotesi ci troveremo davanti a una modesta sussidiaria regionale in grado di gestire qualche tratta a beneficio dei grandi scali nord europei: un’ennesima manifestazione di quel vassallaggio a cui il nostro Paese è condannato praticamente in ogni comparto.
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