… o del “vivere (e morire) in un mondo dominato dalla barbarie, ma con l’aggiunta di un carico di briscola tutto italiano” Notare il crollo verticale tra il 1996 e il 2000, quando al governo c’era Berlus… ah, no! (Dario Romeo – Indipendenza, Torino)
Interessante notare l’anno indicato nella tabella (1980). Solo due anni prima, nel 1978, dopo anni e anni di lotte (con buona pace dei correlati diritti della Carta costituzionale del 1948 che si sarebbero dovuti applicare da subito), si era arrivati al varo del Servizio Sanitario Nazionale e pubblico. Di fatto, però, appena dopo il varo già si procedeva al suo smantellamento e questo in virtù del processo di integrazione europea in divenire e della compiacenza europeista delle classi sub-dirigenti italofone (costante dal secondo dopoguerra ad oggi, peraltro). La fine della Guerra Fredda e l’implosione dell’URSS (1991) accelereranno la strada per il dispiegamento pervasivo e senza freni del sistema neoliberale. L’Unione Europea si disvelerà sempre più come vettore decisivo in tal senso e non solo in campo sanitario…

“In molte regioni i servizi di pronto soccorso e le ASL scoppiano, le scuole vanno verso la chiusura, i trasporti pubblici sono insufficienti, sovraffollati e occasione di infezione, il tracciamento della pandemia è fuori controllo, i casi aumentano in modo esponenziale. Queste sono le prove che anche le Regioni hanno fallito. In questa situazione il governo, invece di trovare soluzioni unitarie per tutto il Paese, vuole fare approvare sottobanco l’autonomia regionale differenziata come collegato alla legge di stabilità”.
Il Comitato nazionale (di cui Indipendenza è tra i soggetti fondatori) “Per il ritiro di ogni autonomia differenziata, l’unità della Repubblica e la rimozione delle diseguaglianze” invita a discuterne in assemblea telematica venerdì 30 ottobre, alle ore 18.
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