Una gran bella notizia: Luis Arce, candidato del Movimento al Socialismo (MaS), è il nuovo presidente della Bolivia. È questo, oggi, il responso del voto di domenica (altissima l’affluenza: l’87%) che sconfigge nelle urne il “colpo di Stato” così definito, un anno fa, dal presidente Evo Morales che fu indotto alle dimissioni da militari e ‘sponsor’ stranieri, Stati Uniti in testa.
Proprio un anno fa, infatti, all’indomani del voto per le presidenziali che lo aveva confermato alla massima carica dello Stato, si succedettero manifestazioni nel Paese contro suoi supposti brogli. I militari, con il sostegno dell’opposizione e di varie cancellerie estere, in primis l’amministrazione Trump, gli “suggerirono” di lasciare il potere. Anche l’Unione Europea nulla ebbe da ridire, anzi, riconobbe la presidente ad interim sostenuta dagli USA.
Non volendo precipitare il Paese nella guerra civile, Morales si dimise, insieme al vicepresidente e ai presidenti di Senato e Camera, e lasciò il paese andando in esilio in Argentina, mentre centinaia di dirigenti e funzionari del suo partito si rifugiarono nelle ambasciate della capitale boliviana. Il tenutario della Casa Bianca arrivò a definire l’esito della vicenda come un segnale “ai regimi illegittimi” in Venezuela e Nicaragua. Non a caso a gennaio dello stesso anno, con l’immancabile sostegno degli Stati Uniti, c’era stata a Caracas l’autoproclamazione di Juan Guaidó alla presidenza del Venezuela. A Washington gli accadimenti in Bolivia potevano apparire come prove generali anche in vista del rovesciamento del legittimo governo in Venezuela. Il tentativo di coinvolgere l’esercito fallì in modo clamoroso in Venezuela ed ora analoga ratifica è arrivata con il voto popolare anche in Bolivia.
Luis Arce, dopo aver lavorato fra il 1987 e il 2006 alla Banca centrale di Bolivia, è stato per due volte ministro dell’Economia dei governi di Morales dal 2006 al 2017 e nel 2019. Nelle sue prime parole alla stampa, ha dichiarato che riprenderà il “processo di cambiamento” di Morales, con alcuni aggiustamenti di rotta. Per la sua vittoria, alle scontate felicitazioni di Morales si sono aggiunte quelle del presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, del quale Luis Arce è un fervido sostenitore. La soddisfazione, a Caracas, è legata al fatto che, con la cancellazione lo scorso anno della vittoria di Morales e la designazione della presidente ad interim di destra Jeanine Añez, la Bolivia aveva ritirato il suo sostegno al governo venezuelano e riconosciuto Juan Guaidó come presidente “legittimo” del Venezuela.
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