Adriana Cerretelli è per il MES. Paventa l’isolamento politico dell’Italia in Europa se non lo si accetta. Lo scrive chiaramente, da editorialista, sul Sole 24 ore del 2 luglio 2020. Non le interessano l’opacità dello strumento, le verifiche e condizionalità che possono essere richieste ‘dopo’ l’erogazione del prestito, la ‘stranezza’ di non essere richiesto da nessun Paese ‘europeo’ che sulla carta ne avrebbe bisogno, del ‘messaggio’ pericoloso per la già disastrata economia e società italiana che si trasmette ai cosiddetti “mercati”. Quel prestito del MES, a suo avviso, va accettato senza ‘se’ e senza ‘ma’.
Ci sono interessi forti, interni ed esterni a questo Paese, che spingono per un giro di vite ulteriore a proprio vantaggio affaristico e per il correlato ulteriore asservimento dell’Italia. La Cerretelli li ‘copre’ paventando l’«isolamento politico dell’Italia in Europa». I soliti giochi verbali di fumisteria. Fin qui siamo all’usuale.
Interessante è la sua obiezione ai critici del MES, a coloro che come Lega e Fratelli d’Italia si dicono a favore del Recovery Fund, ma non del MES, perché significherebbe la perdita definitiva della sovranità italiana e il suo commissariamento da parte della Troika. Così obietta la Cerretelli sul Sole (cfr. sopra): «Se l’Europa è infida sul MES, perché fidarsi degli aiuti del Recovery Fund, a loro volta condizionati all’attuazione delle riforme indicate nelle raccomandazioni del cosiddetto semestre europeo, con implicite cessioni di sovranità economica e di bilancio e con verifiche periodiche ed erogazioni per tranches, congelabili se Bruxelles non ritenesse conformi i piani concordati?».
Insomma, la Cerretelli ci dice due cose: 1. il Recovery Fund è come il MES; 2. Lega e Fratelli d’Italia o ci sono o ci fanno, ma certo è che con la lotta per la sovranità nazionale e la liberazione dal giogo politico/economico euro-atlantico nulla hanno a che spartire.
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