Da 25 anni si martella sulla scuola con interventi che mirano a cancellarne la valenza nazionale, di spina dorsale del Paese, e a destrutturarne la funzione formativa, pubblica, senza disuguaglianze geografiche e/o di classe.
Frequenza a turni differenziati, organizzazione della classe in più gruppi di apprendimento, con alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi e dunque anche di diverse età (“la classe come comunità aperta”), riduzione dell’ora scolastica, “rivisitazione dei nuclei essenziali delle discipline” (ovviamente nel senso di un ulteriore ridimensionamento), “attività didattica in presenza e digitale integrata” nelle secondarie di II grado, ed altre ‘amenità’: è quanto sta emergendo dalle “Linee guida per la ripresa dell’attività scolastica a settembre” predisposte dal Comitato degli esperti istituito presso il Ministero dell’Istruzione e coordinato dal prof. Patrizio Bianchi. Qualcosa che si interfaccia molto bene con il cosiddetto Piano Colao, dal nome del ‘manager’ Vittorio Colao che presiede il comitato di esperti (“task force”) per la ricostruzione del Paese voluto dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e che non a caso ben si accompagna ai progetti di regionalismo differenziato in corso, fattore di disgregazione nazionale e di ulteriori divisioni e diseguaglianze sociali.
Il tutto, da come sta emergendo, con un affidarsi all’autonomia gestionale in capo ai dirigenti scolastici, con fondi limitati (non per le scuole private, però), senza assunzioni significative particolarmente tra i docenti (a fronte degli annuali pensionamenti) ad esclusione forse del personale Ata.
Una prospettiva che già sta facendo insorgere genitori, docenti e presidi, tra organismi di categoria, sindacati e comitati anche nuovi che si stanno costituendo.
Le parole d’ordine che circolano e che è bene acquisiscano quanta più forza possibile oltre a maggiori investimenti per garantire sicurezza, un serio piano di edilizia scolastica e consistenti assunzioni con la messa in ruolo di insegnanti e personale Ata precari per superare organici deficitari da molti anni, riguardano la libertà di insegnamento, la difesa delle classi, dei programmi uguali per tutti, della didattica solo in presenza con soli insegnanti dello Stato, il rifiuto delle classi pollaio o delle presenze “a gruppi”, alternate, dell’orario ridotto, addirittura di una parte dell’orario appaltato ad enti esterni, eccetera.
“Indipendenza” è parte di un costituendo “Comitato permanente per la salvaguardia e il rilancio della scuola della Repubblica”, collegato con il “Coordinamento nazionale per il ritiro di ogni autonomia differenziata”. Oggi una prima manifestazione a Roma, in piazza S. Silvestro, alle ore 18. Venerdì un primo incontro telematico per fare il punto della situazione e discutere dell’azione da dispiegare a livello nazionale.
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