Mascherine e respiratori dal Pentagono; personale medico militare e ospedali da campo dalle basi USA di stanza nel nostro Paese. È la richiesta-appello che il presidente del Consiglio, Conte, ha rivolto direttamente al capo del Pentagono, Mark Esper, secondo quanto riferisce l’ANSA che ha ripreso dalla statunitense CNN.
Sarà un atto di ‘riequilibrio diplomatico’ dopo la solidarietà spontanea di Cina, Cuba, Russia? Non appare infatti una coincidenza che la richiesta parta a poche ore dall’arrivo della brigata cubana in Italia e l’annuncio del presidente russo, Vladimir Putin, previa telefonata a Conte, dell’invio di specialisti, di kit di protezione, di sistemi mobili su camion Kamaz per la disinfezione con aerosol e di attrezzature mediche. Dalla CNN non si ha ancora notizia sulla risposta. Certo è che, di propria spontanea volontà, nessun aiuto fattivo è giunto all’Italia da Washington, così come dalle istituzioni europee.
È nostro convincimento che la richiesta di Conte sia dettata dal non voler suscitare malumori oltre Atlantico, che non si pensi insomma a segnali di cambiamento dei rapporti di sudditanza che dal secondo dopoguerra ci vede legati agli Stati Uniti e che, tra l’altro, ci ha spinto nella loro infernale macchina euro-unionista con i disastrosi esiti pluridecennali, non solo per l’Italia, che vediamo. Certo non è da sottovalutare l’estrema fragilità del sistema sanitario nazionale che questa emergenza da Covid-19 ha mostrato. Una fragilità fortemente determinata dai tagli lineari derivanti dalle politiche di bilancio e di “austerity” imposte dal combinato UE-euro, con la chiusura di ospedali, la diminuzione di medici e infermieri, la riduzione continua degli investimenti, l’assenza di un adeguato sistema industriale pubblico di produzione di apparecchiature e materiale sanitario.
Quello della sanità in Italia è uno dei giganteschi problemi strutturali figlio di scelte governative euro-unioniste sulla finanza pubblica che, in almeno 40 anni, con accelerazione notevole dal 2010, hanno in modo continuativo indebolito il servizio sanitario considerato, nonostante tutto, ancora tra i migliori al mondo, e che, anche per il tramite del regionalismo differenziato, continua a far gola, per quel che rimane di pubblico, agli appetiti privati.
Utilizziamo questo periodo per irrobustire o allargare il raggio di interlocuzioni e conoscenze tramite telefono o video-conferenze. Lo si faceva anche prima, ma nell’attuale periodo di ‘domiciliazione coatta’ “Indipendenza” ha intensificato questo tipo di attività, per confrontarsi sul piano delle analisi, delle idee e dell’azione.
Chi sia interessato, è invitato a scriverci in privato.
Accorciamo le distanze!
ass.indipendenza.info@gmail.com *** info@rivistaindipendenza.org