È giunta poche ore fa, in Italia, una “brigata” di 52 medici cubani a portare il loro contributo di conoscenze e di esperienze per fronteggiare la pandemia in corso. L’ennesimo gesto di solidarietà propria della cultura umanista e della pratica inter-nazionalista che è una caratteristica di questa Patria socialista dalla rivoluzione (1959).
Sempre per la lotta al coronavirus in arrivo anche otto squadre mobili di virologi e medici militari russi, in totale un centinaio di persone. Secondo l’agenzia stampa russa Itar Tass, che ha diffuso ieri la notizia, il presidente Vladimir Putin ha avuto un colloquio telefonico con il presidente del consiglio, Conte, che ha apprezzato e accettato l’aiuto di Mosca. Oltre agli specialisti, gli aerei militari russi trasporteranno kit di protezione, sistemi mobili basati su camion Kamaz per la disinfezione con aerosol e attrezzature mediche.
Da una decina di giorni opera in Italia un gruppo di specialisti cinesi, già misuratisi contro il morbo nella provincia dell’Hubei, giunti con ventilatori, mascherine, dispositivi sanitari. Pechino ha detto di non aver dimenticato il contributo italiano alla lotta contro il coronavirus, quando era scoppiato a Wuhan.

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