Dopo aver vinto le elezioni con 10 punti percentuali di vantaggio, Evo Morales è costretto a dimettersi in seguito a un colpo di Stato orchestrato dalle oligarchie petrolifere dell’est del paese di concerto con i militari e con gli immancabili buoni uffici di Washington.
Ancora una volta inoltre risulta evidente l’ipocrisia dell’UE, dei media occidentali e della sinistra imperiale: tutti uniti con le peggiori destre (europee, statunitensi e latino-americane) nel capovolgimento della realtà, facendo passare un golpe per una battaglia democratica e un presidente eletto per un dittatore.
Evo Morales ha la colpa di aver rotto con l’asservimento della Bolivia verso gli USA e di aver dato dignità alle popolazioni indigene del suo paese, riducendo considerevolmente il tasso di povertà e le diseguaglianze sociali.
Gli avvenimenti di queste ore dimostrano una volta di più quanto siano strumentali le categorie di “democrazia” e “diritti umani” per le classi dominanti occidentali, dal momento che tali concetti vengono agitati (spesso a sproposito) solo quando si rivelano funzionali a delegittimare governi e movimenti non allineati.
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