Salvini apre a Draghi, governatore uscente della Banca Centrale Europea. “Why not?” (“Perché no?”): così ha risposto il massimo dirigente della Lega, nel corso della trasmissione “Fuori dal coro” su rete4, alla domanda di Mario Giordano (“lei voterebbe Mario Draghi come Presidente della Repubblica?”).
Il mandato di Mattarella scade nel febbraio 2022 e i nomi (tutti un programma!) che ricorrono per il Colle sono Walter Veltroni, Romano Prodi e Mario Draghi. Da mesi, dai concitati giorni della crisi di Ferragosto del governo M5S-Lega, i sovranisti europei di diversa collocazione si stanno spendendo per evitare il ritorno alle urne. Due le ragioni (principali) d’interesse: 1) 400 (se non di più) nomine governative tra autorità indipendenti, grandi società partecipate Eni, Enel, Terna, Poste, Alitalia ed altri innumerevoli enti pubblici, tra fine anno e primavera 2020 (un grande avvicendamento di amministratori delegati, presidenti e consigli d’amministrazione); 2) la scelta del prossimo Presidente della Repubblica.
Su quest’ultima questione, esemplificative le parole di Renzi ad ottobre scorso alla Leopolda (Firenze): “Il presidente della Repubblica è fondamentale. Se rimane in vita questa legislatura il Presidente della Repubblica sarà espressione di forze politiche che credono nell’Europa (…). Questa legislatura ha il dovere costituzionale di garantire una maggioranza nettamente pro Europa per l’elezione del Capo dello Stato”.
Ora Salvini manda un messaggio rassicurante ai mercati e ai centri di potere dell’Unione Europea: su Mario Draghi c’è anche il ‘placet’ della Lega.
Insomma, Salvini tuonò contro il M5S per aver concorso con i suoi voti alla nomina di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea. Oggi lo stesso Salvini, dopo ripetute professioni di europeismo, apre a colui che ha certificato l’irreversibilità dell’euro e alla possibilità che questi possa diventare presidente della Repubblica.
Un candidato peraltro assolutamente non sgradito nella Lega. Giancarlo Giorgetti, figura politica di peso nel partito di Salvini, che di Draghi si è sempre professato amico, lo considera “una risorsa della Repubblica”…
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