A sinistra ed anche nel ‘composito campo sovranista’ capita non di rado di vedere accostato sprezzantemente il termine “nazionalista” all’Unione Europea.
Lo si fa in maniera disinvolta, che ci si riferisca all’attuale entità confederale a trazione franco-tedesca (carolingia) o a quella vagheggiata entità federale unitaria e sovranazionale (da Altiero Spinelli a +Europa, per intenderci) di pluridecennale interesse atlantico.
Quale che sia la valutazione del termine “nazionalista”, il paradosso è che si finisce per attribuire all’Unione Europea una valenza “nazionale”, quindi un fondamento di ‘legittimità’ che ne nobiliterebbe la ragion d’essere, assolutamente inesistente.
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