Indicativa la descrizione del seminario economico di Unioncamere Veneto sul Brasile, i cui passaggi più significativi di seguito si riportano:
“Il cambio di governo ha finalmente creato un’opportunità per ripensare alla posizione del Brasile nel mondo, e molti sono ormai i segnali che portano a vedere grandi possibilità di un’ulteriore apertura del Paese al commercio internazionale. […]Le riforme presentate dal nuovo Presidente Jair Bolsonaro sulla previdenza sociale, l’apertura a nuove concessioni e privatizzazioni e per un’economia più forte in 10 anni hanno creato un immediato effetto positivo sulle previsioni degli economisti per il Mercato Brasiliano per il 2019.”
Il solito vecchio imperialismo straccione, pronto a razzolare le briciole che il padrone a stelle e strisce, attivissimo nel sistemare le recinzioni di quello che considera il suo ‘giardino di casa’, l’America Latina, appunto, eventualmente lasciasse alle nostre imprese. Una meschinità se possibile ancor peggiore siccome proveniente da un Paese, il nostro, che è vittima delle stesse identiche dinamiche predatorie e antipopolari degli oligopoli capitalistici e delle loro sponde politiche. Che si parli di Venezuela, di Brasile o di Italia, il meccanismo di soggiogamento è esattamente il medesimo e a ogni latitudine va combattuto.
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