Per esorcizzare la rottura della gabbia UE-euro, o anche solo sgradite trasgressioni interne, la ‘propaganda della paura’ eurounionista ha collaudato una manciata di catastrofiche asserzioni, reiterate in modo martellante affinché siano assunte come dati di fatto incontrovertibili.
Le linee generali degli annunciati provvedimenti del Documento di Economia e Finanza (DEF) della coalizione governativa Lega-M5S, nonostante la moderazione, il dichiarato ‘spirito compatibilista’ con i vincoli europei, forse anche l’insufficiente efficacia che li caratterizza, hanno purtuttavia scatenato il trasversale ‘partito dello spread’, voce dell’asse neoliberista di Bruxelles-Francoforte.
Tale partito avverte in quei provvedimenti una trasgressività potenzialmente foriera di successive radicalizzazioni (non necessariamente espressione, un domani, delle attuali forze di governo) e quindi un pericolo alla tenuta del sistema eurounionista a trazione tedesca. In gioco, infatti, anche possibili effetti trasgressivi ‘imitativi’ in altri Paesi del continente.
D’altra parte, a tutto ciò connesso, l’Italia è il terreno di un duro confronto tra le ambizioni regionali di potenza della Germania fondate sul permanere sostanziale del funzionamento di ‘questa’ Unione Europea degli Stati (a differente grado di subalternità) e il contenimento di dette ambizioni in vista di una piena e mai raggiunta sottomissione dell’Unione Europea che, dal secondo dopoguerra, gli Stati Uniti perseguono con il loro ultrasettantennale progetto degli “Stati Uniti d’Europa” (di cui la CEE-MEC/UE fosse solo una fase di passaggio…), con una piattaforma sistemica sempre neoliberista e soggetta alla subalternità d’indirizzo di volta in volta decisa a Washington.
Questo, in estrema sintesi, è il contesto da tener presente nel ‘leggere’ gli eventi e nell’essere consapevoli di quale ben altra Italia costruire.
Ora, nel ben noto armamentario ideologico degli eurounionisti ‘alla tedesca’ c’è anche l’ “incubo” del rischio “spread” sui mutui e sui connessi “risparmi degli italiani” a supposta difesa dei quali –si ricorderà– si pose come nume tutelare, di fronte alla nascita dell’attuale governo, anche il presidente della Repubblica. Sergio Mattarella, dimentico invece dello stato di prostrazione e sofferenza sociale (risparmi inclusi) nel quale decenni di euroatlantismo hanno gettato larghi strati della società italiana, in un piano inclinato ‘a tappe’ di cui strutturalmente non si vede la fine, ha come principale preoccupazione (finora…) quella di compensare e mediare nella compagine governativa i confliggenti interessi tedeschi e statunitensi.
Sulla relazione tra “spread” e mutui contratti con le banche, quindi, è utile leggere l’articolo de “Il sole 24 ore”, a firma Vito Lops. Quanto in esso contenuto e il fatto che detto articolo esca sul quotidiano di Confindustria, che pure ha salutato positivamente, per interessi d’impresa, le misure neoliberiste veicolate dall’Unione Europea (a partire dallo scardinamento dei diritti sociali e delle contrazioni retributive nel ‘mondo del lavoro’) è filiazione di quanto sopra.
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