Il ‘sovranista’ Paolo Savona e la sua federalista-spinelliana “Politeia per un’Europa diversa, più forte e più equa”

«Penso di aver chiarito che non sono un “sovranista”, uno che ritiene risolvibili i problemi ricorrendo alle sovranità nazionali in un mondo che ha scelto giustamente la libera circolazione delle merci e dei servizi, anche se non delle persone, come sarebbe stato coerente» (da “Come un incubo e come un sogno”, di Paolo Savona, Rubbettino, 2018, p. 305).

Eppure, quando a fine maggio scorso il nome di Paolo Savona fu accostato al dicastero dell’Economia, scoppiò uno psicodramma per il rifiuto alla nomina da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Sulla stampa e nel mondo politico non solo italiani, addirittura tra i critici della UE e nell’area cosiddetta ‘sovranista’, il tutto fu letto come un braccio di ferro tra il nascente governo Lega-M5S ed il Quirinale, custode delle direttive e dei vincoli europei.
Mattarella pubblicamente dichiarò che ai “mercati” il nome di Paolo Savona non era gradito, ergo niente dicastero dell’Economia.
Savona divenne così la bandiera di un supposto ‘sovranismo di governo’.

Una gigantesca mistificazione, chiara per chi si fosse messo a cercare le sue posizioni sull’Europa (politica, sociale ed economica) anche solo degli ultimi anni.
Pure questo capitolo, invece, s’inscrive(va) nella confliggenza in atto tra il partito dell’Europa a trazione tedesca, che lo vede come il fumo agli occhi, ed il partito a permanente dominanza statunitense che lo ha e lo vede come un suo ‘ultras’. La visione di Paolo Savona è del resto in linea con quella sostenuta e portata avanti dal dopoguerra da Altiero Spinelli. Il Quirinale, scegliendo la linea compromissoria dell’accettazione sia dei vincoli economico-finanziari germanico-europei sia della sudditanza politico/militare atlantico-statunitense, non poteva gradire l’ultras atlantico, il federalista europeo spinelliano fermamente contrario alla UE-a-trazione-tedesca, Savona, preferendo figure di garanzia della linea compromissoria e mediatrice in dicasteri chiave quali Tria (Economia) e Moavero (Esteri) nella duplice sottomissione euroatlantica.

A fine maggio, come è noto, il compromesso fu raggiunto con la nomina del “sovranista” Paolo Savona al dicastero degli Affari Europei.
In questa veste, con data 7 settembre 2018, a sua firma, e probabilmente d’intesa con chi guida il governo, Savona ha inviato un documento a Bruxelles dal titolo “Una politeia per un’Europa diversa, più forte e più equa” , finalizzato al “rinnovamento dell’Unione Europea”. Una lettura illuminante della sua visione spinelliana-atlantica e tassello collegabile alle dinamiche degli inquieti rapporti di forza interni all’area geopolitica euroatlantica.

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