Cavalli di Troika: Moscovici, CETA e Unione Europea

Il CETA si applicherà pure in Francia, anche se il Parlamento francese (o un referendum popolare) esprimesse un voto contrario. Lo ha detto, secondo quanto riferisce Jean-Luc Melenchon, il ‘francese’ Pierre Moscovici, commissario europeo per gli affari economici e monetari, nel corso di un’audizione, pochi giorni fa, alla commissione Affari Esteri del Parlamento francese. Con il che lascia intendere che lo stesso varrebbe per gli altri Paesi dell’Unione Europea.
Moscovici è lo stesso che di recente, insieme ad altri importanti esponenti europei, è intervenuto sul voto delle politiche italiane del prossimo marzo parlando di “un rischio politico per l’Unione europea” e auspicando una vittoria delle forze pro-europee con le quali si garantirebbe al Paese “stabilità”. Parole di analogo tenore sono state espresse, tra gli altri, dal vicepresidente della Commissione responsabile per l’Euro Valdis Dombrovskis, dal ministro delle Finanze tedesco Peter Altmaier e dal ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire,

Il CETA, 1600 pagine di trattato di libero scambio tra Canada e Unione Europea (UE), è il surrogato del TTIP, segnando una decisa spinta in avanti del neoliberismo. Comporta la rimozione delle barriere non doganali, la privatizzazione dei servizi e la possibilità per gli investitori, titolari di diritti e non di obblighi, di avvalersi di un tribunale privato (Investment Court System, ICS) per controversie con gli Stati. Possono essere portati in giudizio governi che legiferassero in modo sfavorevole ai loro interessi e ottenere compensazioni per profitti futuri non realizzati se una decisione politica dovesse impattare sui loro investimenti. Liberalizzazioni dei servizi e privatizzazioni diventano la regola e il legiferare nel pubblico interesse un’eccezione. Non sono previsti ricorsi in caso un’impresa violi leggi di tutela ambientale, del diritto del lavoro, alla salute o della sicurezza. Tutto, dai beni ai servizi, diventa privatizzabile.

Canada e UE saranno più vulnerabili alle crisi finanziarie con l’ulteriore liberalizzazione dei mercati finanziari. Gli USA, che con il Canada ed il Messico fanno parte del NAFTA, aggirano così, con il CETA, il venir meno dell’arenato TTIP: tramite le delocalizzazioni in Canada otterrebbero sul continente europeo gli stessi vantaggi.

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