Come tagliare ulteriormente le pensioni sotto parvenza di salvaguardia dei diritti.
Alla Camera, in Commissione Affari costituzionali, si stanno esaminando due proposte di modifica dell’art. 38 della Costituzione, nella parte in cui si menziona il diritto alla pensione.
Nella relazione introduttiva della prima si puntualizza che tale diritto si attua “secondo principi di equità, ragionevolezza e non discriminazione tra le generazioni”. Insomma, per salvare i “giovani”, pare che si vada in controtendenza con il sistema vincolistico e spoliatorio di diritti sociali e sovranità cui ci sottopone progressivamente, da diversi decenni, l’Unione Europea (UE).
È nella relazione introduttiva della seconda, però, che si rivela tutta la strumentalità di questa preoccupazione sul “futuro dei giovani”, laddove si sottolinea la necessità di “assicurare l’adeguatezza dei trattamenti, la solidarietà e l’equità tra le generazioni NONCHÉ LA STABILITÀ FINANZIARIA”, attraverso “la rimodulazione della spesa pensionistica nella direzione di una maggiore sostenibilità”.
Insomma, con termini e mentalità ‘made in UE’, si intende tagliare oggi allettando con la prospettiva di benefìci futuri per tutti, cui peraltro, un domani, ci si potrà sottrarre preso atto della mancata stabilità finanziaria che sarà.
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