Crisi del Partito Democratico e Polo sovranista di destra. Tra giochi di specchi, interessi e differenti referenze USA

Il proscenio della politica italiana sembra da teatro dell’assurdo, ma a ben vedere non è come appare. Gli attuali (non ultimi) atti vedono

– nel Partito Democratico i rottamati dal neoliberista ed euroatlantista Renzi annunciare la scissione e appellarsi al “socialismo”, salvo essersi tutti contraddistinti prima e durante la (breve) era Renzi per le scelte neoliberiste (quindi nient’affatto socialiste) al governo, anche locale
– e a destra due formazioni (a guida Storace e Alemanno) fondersi in nome del “sovranismo” nazionale, salvo essersi contraddistinti per le scelte neoliberiste (a ben vedere anti nazionali e nemmeno “sovrane”) quando erano al governo, anche locale.
Soggetti (anche) questi che, senza dismettere lo storico ‘pedigree’ euro-atlantico e la propensione a ‘servire’, sono accomunati da aspirazioni personali di ripescaggio politico in una qualche nuova formazione con la nuova legge elettorale che si prefigura e nel quadro dei sommovimenti interni che stanno interessando partiti e rapporti di forza in tutte le aree politiche.
I primi ‘serviranno’ per un compattamento ‘a sinistra’ del PD e parcheggiare aspettative sociali in una melassa che apparirà ‘socialista’/’di sinistra’ a parole e neoliberale nei fatti e nelle future alleanze di governo.
I secondi ‘serviranno’ a screditare l’istanza (necessaria ma non sufficiente) della sovranità nel vicolo cieco del gioco da specchi con i sinistri sinistrati da un lato e soprattutto, dall’altro, a disinnescarla in funzione degli interessi atlantisti. Questi già da diversi anni spingono contro la rendita di posizione di cui gode la Germania con il combinato UE-euro e stanno sponsorizzando un sovranismo anti-tedesco e filo-USA.

I rimescolamenti di cui sopra hanno a che fare con gli effetti (nefasti e non imprevisti) anti-popolari e anti-nazionali del funzionamento vincolistico dell’Unione Europea e del suo sistema monetario e, ultima ma non ultima, con le conseguenze della vittoria del NO al referendum costituzionale del 4 dicembre, che ha allarmato anche oltre i confini nazionali (tanto, ad esempio, da raffreddare le propensioni euro-atlantiste verso il decisionista Renzi). Soprattutto hanno a che fare con gli interessi dei padroni (anche) di questa nazione, con quei decisori d’ultima istanza che risiedono negli States.
I fatti (non solo) italiani stanno risentendo dello scontro accanito, in sé un unicum nella storia degli Stati Uniti per l’intensità e le modalità con cui si sta dispiegando, tra frazioni di dominanti USA anti-Trump, che mantengono collegamenti con i loro subordinati ‘di sinistra’ ancora al governo nei Paesi del continente europeo, e la frazione filo-Trump che ha il suo seguito tra i subordinati europei ‘di destra’ prevalentemente (sinora) all’opposizione.
Ciò che accomuna queste frazioni USA, in aperto conflitto tra loro, è l’ostilità con le ambizioni di potenza regionale della Germania, finora ‘contenute’ dal filo atlantismo moderato della compagine che si riconosce nella Merkel, comunque non disponibile a mettere in discussione i vantaggi (non solo competitivi del proprio export) derivanti dal combinato UE-euro.
Un momento di enorme rilevanza per comprendere come si definiranno questi scontri si avrà il 25 marzo, nel sessantennale dei Trattati a Roma, con la Dichiarazione che indicherà i passaggi successivi del futuro della UE, se questo futuro ci sarà.

È tenendo conto di questo quadro d’insieme che, come Indipendenza, leggiamo certi accadimenti ‘di casa nostra’ e ci sforziamo di dispiegare al meglio la costruzione dei nostri rapporti politici e della nostra azione politica.
Sovranità, indipendenza, liberazione!

Indipendenza
20 febbraio 2017

ass.indipendenza.info@gmail.com *** info@rivistaindipendenza.org

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Rivista patriottica e sovranista italiana impegnata in una battaglia di liberazione sociale dall'egemonia euroatlantica rifacendosi ai valori della Resistenza
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