La Littizzetto spalleggiata da Fabio Fazio, il conduttore della trasmissione Gazebo, con tutto il suo entourage, attaccano Trump deridendone le scelte politiche con la spocchia tipica dei radical chic pseudo-colti. Intendiamoci, Trump è un maiale, ma viene da chiedersi perché la politica criminale di aggressione imperialista di Obama non sia mai stata oggetto di altrettanta, e ben più giustificata, animosità. Il fatto è che il loro comitato d’affari di riferimento, il PD, azienda politica ultra-liberista, ipercapitalista, facente gli interessi statunitensi in Italia si distingue dallo schieramento concorrente solo per la difesa dei diritti civili; che gli omosessuali, ad esempio, abbiano il diritto di sposarsi è questo l’unico obiettivo, che poi siano lavoratori sfruttati al nero o con i voucher e sottoposti al ricatto del capitale questo, per i ‘manager’ piddini e i suoi giullari televisivi, è del tutto irrilevante.
Un sistema che sta portando alle estreme conseguenze l’attacco ai lavoratori che, scrive Carlo Formenti (La variante populista, lotta di classe nel neoliberismo): “sale di tono già agli inizi degli anni ’90 con l’abolizione della scala mobile; prosegue con la politica dei redditi e l’introduzione del lavoro interinale (cui farà seguito la proliferazione di forme contrattuali destinate a legittimare il lavoro precario in tutte le sue forme) con la riforma Fornero delle pensioni, con l’abolizione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, con l’attacco concentrico da parte di Fiat e Confindustria, partiti politici e media contro l’istituto del contratto nazionale del lavoro”, non può essere contrastato, nemmeno nei suoi aspetti più marginali, con scelte moralistiche (onestà, ‘senso civico’).
La liberazione non può essere individuale; l’indipendenza è la questione principale, la lotta di classe è la questione fondamentale.
Fabrizio Mezzo, fiduciario di Indipendenza a Cerveteri